E’ stata un’ occasione del tutto personale e accidentale, ma per questo feconda di risonanze emotive profonde, a suggerirci di tornare sulla figura di Dracula e il suo mito: la visione di Dracula, film del 1992, per la regia di Francis Ford Coppola, anche se lontano dal fascino e dalla complessità anche psicologica del Conte Dracula, almeno quale emerge dagli autori di prima grandezza che se ne sono occupati, soprattutto dell’ Ottecento, tra i quali, spiccano, per l’assoluto magistero letterario raggiunto, E. T. A Hoffmann e Nikolaj Gogol’, che con Il Vj (1835) produce la sua novella più perfetta.
Intanto, in Inghilterra, patria del Romanzo Gotico, la figura del Vampiro era
entrata nell’immaginario, almeno al livello della nascente stampa popolare. E’ in questo contesto, come si può
facilmente intuire, assolutamente favorevole,
che Bram Stoker, scrive Dracula, e che ha come vedremo un’origine
assolutamente particolare: un sogno. Quindi per meglio dire più che scriverlo, Stoker visualizza il romanzo, cioè alla base della sua creazione non c'è un atto razionale, o non solo, ma bensì una visione.
Era una notte di Marzo
del 1890, quando Stoker svegliatosi di soprassalto, da un incubo o visione notturna
se si preferisce, tracciò in fretta queste righe su un foglio di carta:
Un giovane esce, e vede
tre fanciulle.
Una di loro cerca di
baciarlo, non sulle labbra ma sulla gola.
Il vecchio Conte
interviene.
Con rabbia e furia
diaboliche.
“ Quest’uomo mi appartiene . Io lo voglio.”
In quest’ esile traccia così trascritta, c’ è in nuce tutto
il romanzo, e stupisce, come da un’embrione così concentrato, si sia potuto
sviluppare un organismo narrativo ampio e articolato nella trama e nella
struttura. E’ palpabile, fin da queste righe, una venatura erotica, che
rappresenta uno dei motivi del suo straordinario successo, fin dalla sua
pubblicazione, il libro uscì nel 1897, perché la figura del Vampiro è diventata il simbolo
liberatorio nei confronti delle repressioni vittoriane in materia sessuale.
Dracula, è in effetti espressione di una sessualità talmente
prorompente da essere totalizzante (ed in questo il film di Coppola riesce perfettamente a rappresentare tale natura). L’unione con Lui non significa solo e
soltanto perdita della purezza e dell’innocenza, ma remissione e annullamento
totale di sé, assorbimento nella non vita, nei non morti, quindi,
esclusione sia da questo mondo che dall’altro.
Il sesso, diviene, qui, contaminazione assoluta e espressione
di un disordine universale, in cui cadono non soltanto i limiti della normale
morale sessuale, comunemente accettata, ma persino i confini fra morte e vita,
in una sorta di “stupro cosmico” contro le leggi della natura.
Se però il tema erotico era presente e connaturato già in
epoca classica con la leggenda stessa del Vampiro, e ripreso da molti autori,
nel suo romanzo, Stoker aggiunge, un tratto originale, che trova le sue
premesse culturali e la sua giustificazione più profonde, proprio nel positivismo di matrice
vittoriana. Stoker, infatti, pur accettandone l’origine soprannaturale, cerca
di spiegarne i comportamenti, con strumenti razionali, sulla base di leggi
naturali, al lume della sola ragione. Si assiste, quindi, a un paradosso.
Stretto fra due poli , apparentemente opposti e contraddittori, quali - l’origine medievale della tematica e la
trattazione positivistica degli eventi, già frequentata da molta letteratura romantica - , Il Dracula, di Bram Stoker,
diventa figura dall’alto valore simbolico. E’ colui, che non soltanto ribalta l’ordine
e il corso naturale degli eventi, ma è anche incarnazione e erede delle energie istintuali, che
giacciono al fondo dell’uomo, e che diventano terribili e incontrollabili,
appunto bestiali, una volta scatenate.
Questa fortissima suggestione, noi pensiamo, è anch’essa uno
degli ingredienti alla base, dell’enorme successo del romanzo. Dracula è forse
l’unico personaggio puramente letterario che abbia inciso a tal punto su un
immaginario collettivo, da produrre, in alcuni casi, alla stregua di poche
altre figure storiche, un processo di identificazione, così da poter arrivare,
ai giorni nostri, con una potenza profetica e visionaria, pressoché intatte e
per questo ancora attuali.