La Chimera di
Sebastiano Vassalli, è stata riedita, del resto come tutta la sua opera, da
Rizzoli, con un’appendice dello stesso Autore, che ha per titolo: Alcune considerazioni su questo romanzo dopo un quarto di secolo; la Chimera esce appunto nel 1990.
Seguendo l’esempio di Manzoni, che credeva di riscoprire nel Seicento le radici dell’Italia moderna e che credeva che appunto in quel secolo, si fossero formate il carattere, l’indole e l’identità stessa degli italiani, e che due avvenimenti del recente passato, la Controriforma della Chiesa Cattolica, da un lato, e la dominazione spagnola a Milano e a Napoli, dall'altro, abbiano costituito la radice e l’origine del nostro carattere nazionale, anche Sebastiano Vassalli, decide di ambientare il suo romanzo nel Seicento. Lo spirito però che anima Manzoni, anche se è stato il primo a riflettere sul carattere degli italiani, è completamente diverso. Infatti, uomo del Risorgimento, cioè della sua epoca, Alessandro Manzoni rappresenta il Seicento, “corretto con molto Ottocento”, basti pensare alla figura di Don Abbondio che è un prete contemporaneo del suo autore, scegliendo, per questo, di darne una rappresentazione edulcorata e di non raffigurarlo per quello che in realtà il Seicento fu: secolo terribile e violento . E questo anche perché, l’Italia, che doveva ancora nascere, ci si augurava che nascesse con i migliori auspici e con il suo aspetto migliore.
Seguendo l’esempio di Manzoni, che credeva di riscoprire nel Seicento le radici dell’Italia moderna e che credeva che appunto in quel secolo, si fossero formate il carattere, l’indole e l’identità stessa degli italiani, e che due avvenimenti del recente passato, la Controriforma della Chiesa Cattolica, da un lato, e la dominazione spagnola a Milano e a Napoli, dall'altro, abbiano costituito la radice e l’origine del nostro carattere nazionale, anche Sebastiano Vassalli, decide di ambientare il suo romanzo nel Seicento. Lo spirito però che anima Manzoni, anche se è stato il primo a riflettere sul carattere degli italiani, è completamente diverso. Infatti, uomo del Risorgimento, cioè della sua epoca, Alessandro Manzoni rappresenta il Seicento, “corretto con molto Ottocento”, basti pensare alla figura di Don Abbondio che è un prete contemporaneo del suo autore, scegliendo, per questo, di darne una rappresentazione edulcorata e di non raffigurarlo per quello che in realtà il Seicento fu: secolo terribile e violento . E questo anche perché, l’Italia, che doveva ancora nascere, ci si augurava che nascesse con i migliori auspici e con il suo aspetto migliore.
Vassalli, si situa, invece, in una posizione e in una prospettiva
completamente diverse, opposte persino, dipingendo il Seicento così com’era,
senza aggiungervi né togliervi nulla, nelle sue turpitudini, nelle sue
nefandezze, nei suoi vizi, nelle sue terribili bestialità, ma anche nella sua
tragica bellezza. Così, infatti, è sempre stato l’uomo e chissà, sempre così
sarà, certamente non sostanzialmente diverso da come è oggi.
Antonia, protagonista di questa storia, diventa espressione proprio di questa tragica bellezza, emblema dei destini umani, rappresentando uno spazio a sé, in cui si alterano e si modificano profondamente l’ordine e il corso naturale delle cose e degli eventi, rispetto ai quali, soprattutto dopo la sua condanna a morte come strega, si viene ad attuare un profondo cambiamento nella concezione del mondo, della vita e della persona. Antonia costituisce appunto, uno scarto, uno spartiacque tra un prima e un dopo, rifondando, anche se del tutto inconsapevolmente, il mondo, secondo una prospettiva mitica che ha in sé il potere sia di sconvolgere, sia però anche di inaugurare una nuova concezione del tempo e dello spazio, dilatati, e non più solamente lineari, in cui tutto è possibile e quindi tutto può accadere, che anche la brutalità più efferata diventi norma. Il Seicento, come ebbe a dire anche George Steiner, forse il secolo più brutale della storia dell'umanità, anche più del XX secolo, viene rappresentato in tutta la sua verità, ben lontana, quindi, dalla visione ideale ottocentesca.
Antonia, protagonista di questa storia, diventa espressione proprio di questa tragica bellezza, emblema dei destini umani, rappresentando uno spazio a sé, in cui si alterano e si modificano profondamente l’ordine e il corso naturale delle cose e degli eventi, rispetto ai quali, soprattutto dopo la sua condanna a morte come strega, si viene ad attuare un profondo cambiamento nella concezione del mondo, della vita e della persona. Antonia costituisce appunto, uno scarto, uno spartiacque tra un prima e un dopo, rifondando, anche se del tutto inconsapevolmente, il mondo, secondo una prospettiva mitica che ha in sé il potere sia di sconvolgere, sia però anche di inaugurare una nuova concezione del tempo e dello spazio, dilatati, e non più solamente lineari, in cui tutto è possibile e quindi tutto può accadere, che anche la brutalità più efferata diventi norma. Il Seicento, come ebbe a dire anche George Steiner, forse il secolo più brutale della storia dell'umanità, anche più del XX secolo, viene rappresentato in tutta la sua verità, ben lontana, quindi, dalla visione ideale ottocentesca.
Cosa sono, infatti, le vite di noi tutti, riflette Vassalli,
se non altro che un inutile sperpero nel vano e assordante clamore del
presente, cos’altro sono, se non
un’ombra e un impercettibile respiro, rispetto al nulla e alla notte, in
cui tutti siamo immersi e a cui noi
tutti siamo destinati, cosa siamo, infine, noi tutti, se non una folle, fuggevole Chimera, appunto?
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