Letteratura

Le motivazioni e le intenzioni più profonde che ci muovono a presentare una sezione sulla Letteratura o più specificatamente, sulla Letteratura contemporanea, risiedono nel fatto che queste possano essere delle riflessioni sul " romanzo contemporaneo" o su quello che si definisce come tale, pur nelle sue diverse accezioni e sfumature.  Ed invece no.

Noi che scriviamo, riteniamo, forse indebitamente, che per cogliere più in profondità i caratteri mutevoli e multiformi del nostro tempo, sia più efficace rivolgerci agli strumenti e al linguaggio della Poesia e al suo universo piuttosto che  a quelli del romanzo, anche perché moltissimi se ne scrivono o di genere ( gialli, polizieschi, romanzi storici, thriller, d'avventura...ecc) o di qualunque altro tipo( fantasy, love story) a tal punto che è difficile, per non dire impossibile, farne una storia o seguirne una seppur minima linea evolutiva.



La poesia nasce grande, almeno  quella occidentale, con Omero, con una fondazione epica e poematica che le consente di essere immediatamente proiettata nel mito e di essere quindi universale, abbracciando, così, in sé e per sé, tutto il raggio dell'esistenza e dell'animo umano. Caso, infatti, mai più ripetuto, fatta eccezione per Lucrezio e Virgilio od Ovidio nella Letteratura latina. Raramente nel Novecento sono stati scritti poemi. Anomalo ed eclatatante il caso di Paterson, di Wiliam Carlos Wiliams, altro il caso di Pound e di Eliot o in altro modo e con spirito del tutto diverso di Valéry.

Però perché la Poesia sia davvero grande è importante che affondi le proprie radici nell'epica, tragga energia e ispirazione da essa così che con il mito si possa "riscrivere" il mondo contemporaneo con un un senso dinamico del tempo e della storia, un mito, quindi,  attento alle continue trasformazioni della nostra epoca e non più un mito immobile, idealizzato in   un' Età dell' oro che forse non è mai esistita. 

Ci si augura che da una Poesia, quella attuale, così solo aderente al quotidiano, e arrotolata su di sé, così " minimalista" appunto, si senta l'esigenza di tornare  ad interrogare, invece, ciò che non è "visibile"e per questo più vasto, a ciò che ci attrae ma anche per questo ci sgomenta e ci fa più paura.

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