Il desiderio di scrivere alcune righe su Murakami, ci è venuto, non già, come sarebbe lecito pensare, dalla pubblicazione di un nuovo romanzo, ma di un libro che già dal titolo appare ben più affascinante e spiazzante per un suo lettore affezionato: Il Mestiere dello scrittore. Anche se il titolo potrebbe trarre in inganno, Murakami avverte fin dall'incipit, che non si tratta di una summa di riflessioni sul "romanzo" perché argomento troppo vasto e complesso. Non è, quindi, né una monografia, né un libro di critica letteraria, piuttosto un lungo racconto vivo ed emozionante su come Murakami ha deciso di diventare scrittore e su come poi nel corso della sua carriera, abbia "elaborato", un suo metodo.
Infatti, l'episodio raccontato, è assolutamente comune, ma straordinariamente vivido ed evocativo nella sua semplice casualità. Nell'aprile del 1978, Murakami assiste ad una partita di baseball al Jingu Stadium, era l'inizio della stagione della Central League. " Il bel suono secco della mazza che colpiva la palla echeggiò nello stadio. Ci furono degli applausi. Fu in quel momento che senza una ragione al mondo, tutt'a un tratto pensai: " Sì, anch'io posso scrivere un romanzo!" ... avevo afferrato qualcosa che era sceso volteggiando dal cielo."
E' una bellissima immagine, come un dono pieno di mistero e di grazia, inafferrabile e per questo non spiegabile razionalmente. A parere di chi scrive però, da quest'episodio così comune, si dipana, per intero, come da un gomitolo, la sua visione del mondo e della scrittura. Un segreto indicibile che si affaccia alle infinite possibilità e che apre all'esplorazione dell'animo umano, alla vita così com'è. Scrivere un romanzo non è " consono ad un'intelligenza superiore" anche se istruzione e capacità di base sono richiesti.
Allora cosa serve per scrivere? La risposta sembra naturale: l'originalità. Ma che cos'è l'originalità? il nostro Autore sembra avere le idee precise a riguardo. Distinguersi in modo naturale, spontaneo da tutti gli altri, con uno stile proprio qualunque cosa si faccia: si dipinga, si scriva, si scolpisca, si faccia musica. Soprattutto è necessario evolversi e con il tempo diventare un "classico", un punto di riferimento. Come ad esempio i Beach Boys oppure i Beatles. " Quella musica ha aperto nel mio spirito una finestra dalla quale è entrata un'aria nuova...Semplicemente senza bisogno di ragionamenti".
Dunque però cosa scrivere? da dove lo scrittore prende il materiale? da quelli che Murakami, con un'espressione insolita chiama "cassetti mentali",che sono più o meno "grandi" a seconda dello scrittore; dove ogni cosa, anche la più insignificante, può esservi riposta anche alla rinfusa. " Quella che non può mancare invece è la magia". Come dal cappello di un prestigiatore. Un cappellaio matto.
Questo, sempre secondo il parere di chi scrive, il grande tratto distintivo di questo libro: non descrivere il processo che sottende, al la creazione letteraria, ma lasciare che si mostri da sé, conservandone intatto l'inesplicabile mistero.

Dunque però cosa scrivere? da dove lo scrittore prende il materiale? da quelli che Murakami, con un'espressione insolita chiama "cassetti mentali",che sono più o meno "grandi" a seconda dello scrittore; dove ogni cosa, anche la più insignificante, può esservi riposta anche alla rinfusa. " Quella che non può mancare invece è la magia". Come dal cappello di un prestigiatore. Un cappellaio matto.
Questo, sempre secondo il parere di chi scrive, il grande tratto distintivo di questo libro: non descrivere il processo che sottende, al la creazione letteraria, ma lasciare che si mostri da sé, conservandone intatto l'inesplicabile mistero.
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